La lotta agli sprechi alimentari e tessili nell’Unione Europea

Nel 2023 la Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della Direttiva sui rifiuti alimentari e tessili, lo scorso anno il Parlamento europeo ne ha discusso. L’obiettivo è quello di ridurre i loro impatti ambientali e climatici attraverso la prevenzione alimentare e la maggiore tassazione delle aziende tessili.

L’impatto degli sprechi alimentari e tessili

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), nel mondo vengono sprecati circa un terzo di tutti gli alimenti. Nell’Unione Europea, secondo Eurostat, nel 2024 sono stati sprecati circa 132 kg di cibo a persona. Inoltre, essi causano il 16% delle emissioni di gas a effetto serra provenienti dal sistema alimentare dell’UE, oltre a far perdere fino a 132 miliardi di euro. Parallelamente, la produzione tessile globale è passata da 58 milioni di tonnellate nel 2000 a 109 milioni di tonnellate e si prevede che crescerà di 145 milioni di tonnellate entro il 2030. Nel 2020 il consumo medio di prodotti tessili per persona nell’Unione Europea ha richiesto 391 kg di materie prime, 9 m³ di acqua e 400 m² di terreno. I cittadini europei consumano ogni anno circa 26 kg di prodotti tessili, ma ne smaltiscono solo 11 kg. Inoltre, nel 2020 questo settore è stata la terza fonte di degrado delle risorse idriche e dell’uso del suolo; nello stesso anno, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, gli acquisti di indumenti hanno generato circa 270 kg di emissioni di CO2 per persona.

Le misure dell’Unione Europea

L’UE si è posta l’obiettivo di limitare gli sprechi alimentari: infatti, attraverso la direttiva sui rifiuti, viene stabilito un ordine di priorità riguardo le azioni. Nello specifico, è necessario: prevenire le perdite; riutilizzare, ridistribuendo in banche alimentari o convertendo in mangime; riciclare, recuperando i sottoprodotti; recuperare, incenerendo con recupero di energia. Inoltre, nel 2018, il Parlamento europeo ha approvato una Direttiva sui rifiuti, nel 2019 è stata adottata una metodologia comune in grado di misurare lo spreco alimentare, facilitando il monitoraggio e un’eventuale segnalazione. Nel 2023 la Commissione ha presentato una proposta di revisione della Direttiva sui rifiuti. Tra le modiche è stato proposto: riduzione dei rifiuti a livello nazionale entro il 2030, riduzione del 10% dei rifiuti prodotti dalla lavorazione e produzione di cibo, riduzione del 30% nel commercio al dettaglio e nei ristoranti. Nel 2024 il Parlamento europeo ha proposto che gli sprechi dovuti alla lavorazione del cibo diminuiscano del 20%, mentre nel commercio al dettaglio e nei ristoranti del 40%. Tuttavia, i negoziati devono essere portati avanti dal nuovo Parlamento che è stato eletto alle elezioni europee del 6-9 giugno 2024.

Per quanto riguarda il settore tessile, la Direttiva dei rifiuti del 2018 ha invitato i produttori ad assumersi le proprie responsabilità dei loro prodotti, anche quando diventano rifiuti, e mirava ad aiutare i consumatori a scegliere prodotti tessili sostenibili. Nel 2024 il Parlamento ha presentato delle proposte per modificare queste norme per introdurre la responsabilità anche nei confronti del produttore. Nello specifico, viene chiesto che le aziende produttrici di prodotti tessili paghino le spese della raccolta differenziata, dello smistamento e del riciclaggio. Inoltre, gli Stati membri possono imporre queste tariffe elevate alle aziende che seguono le pratiche della “moda rapida” (fast fashion), mentre possono chiedere agli operatori commerciali del riutilizzo di pagare tariffe inferiori. La Commissione avrebbe voluto introdurre a 30 mesi dall’entrata in vigore della direttiva questa novità, ma i deputati hanno deciso di ridurre a 18 mesi. Infine, Janek Vähk, Responsabile delle politiche per l’inquinamento zero di Zero Waste Europe (ZWE), rete europea che studia come eliminare i rifiuti dalla nostra società, ha rimproverato il comportamento del Consiglio. Infatti, egli sostiene che esso non abbia affrontato il problema dei costi associati all’estrazione dei prodotti tessili dai rifiuti misti. Al contrario, il Parlamento europeo ha deciso di sollecitare i Paesi membri a implementare sistemi di selezione della spazzatura per tutti i rifiuti urbani misti.

A cura di: Andrea Perrucci

 

Fonti

Consigliati