Che cos’è il REPowerEU?

Soprattutto nel 2022, abbiamo sentito parlare molto del REPowerEU? Ma che cos’è? Nato come reazione alle conseguenze energetiche scatenate dall’invasione russa in Ucraina, che hanno provocato svariate criticità del mercato energetico mondiale, è un piano presentato dalla Commissione Europea, che si pone tre obiettivi: risparmiare energia, produrre energia pulita e diversificare l’approvvigionamento energetico. Il tutto, in un’ottica di rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi prima del 2030. Per soddisfare questi obiettivi, nel piano sono state previste diverse misure finanziare e legislative, che analizzeremo in questo articolo.

Quali sono i punti fondamentali del REPower EU

I punti fondamentali con cui si sono stabilite le misure di questo piano della Commissione Europea sono:

  • Diversificare: con la collaborazione dell’UE con soggetti internazionali, si punta a trovare, nel breve termine, forniture energetiche alternative di gas, petrolio e carbone. Riguardo il futuro, si punta all’idrogeno rinnovabile.
  • Risparmiare: viene sancita la necessità di prevedere anche misure di emergenza in caso di interruzione dell’approvvigionamento.
  • Accelerare la diffusione dell’energia pulita: accelerare la transizione verde e stimolare ingenti investimenti nell’energia rinnovabile, consentendo all’industria e ai trasporti di sostituire più rapidamente i combustibili fossili al fine di ridurre le emissioni e la dipendenza. Questo, perché le rinnovabili possono essere prodotte all’interno dell’UE, riducendo la necessità di importazioni di energia.

Le misure previste dal piano analizzato si dividono in breve termine e medio termine (queste ultime da completare entro il 2027). Se ne citano alcune: riguardo la prima categoria, si notano gli acquisti congiunti di gas, GNL e idrogeno tramite la piattaforma dell’UE per l’energia per tutti gli Stato membri che vogliono partecipare e per l’Ucraina, la Moldova, la Georgia e i Balcani occidentali, la rapida realizzazione di progetti nel settore dell’energia solare ed eolica unica e la diffusione dell’idrogeno rinnovabile, al fine di ridurre di circa 50 miliardi di metri cubi le importazioni di gas, l’aumento della produzione di biometano per ridurre di 17 miliardi di metri cubi le importazioni di gas e la previsione di “piani di riduzione della domanda coordinati a livello dell’UE in caso di interruzione della fornitura di gas”.

Riguardo le misure a medio termine, si prevedono nuovi piani REPowerEU nazionali nel quadro del fondo per la ripresa e la resilienza modificato al fine di sostenere investimenti e riforme del valore di 300 miliardi di euro, il rafforzamento della decarbonizzazione industriale con 3 miliardi di euro dei progetti anticipati nell’ambito del Fondo per l’Innovazione, il prevedere nuove norme e raccomandazioni per autorizzazioni più rapide per le fonti rinnovabili in particolare in specifiche zone di riferimento a basso rischio ambientale. Tra questi obiettivi, si individua anche l’innalzamento dal 9 al 13% dell’obiettivo dell’UE in materia di efficienza per il 2030, l’aumento dal 40 al 45% dell’obiettivo europeo per le energie rinnovabili per il 2030, l’ottenimento di 17,5 GW di elettrolizzatori entro il 2025 per alimentare l’industria dell’UE, il prevedere misure normative al fine di aumentare l’efficienza energetica nel settore dei trasporti ed un quadro normativo moderno per l’idrogeno.

I benefici del REPowerEU

I benefici che porterebbe questo piano della Commissione Europea vanno distinti nelle seguenti categorie:

  • Energia pulita: con la previsione di incrementare l’obiettivo per le rinnovabili entro il 2030 dell’UE dal 40 al 45%, il piano porterebbe la capacità complessiva di produczione di energia rinnovabile a 1236 GW entro il 2030, a fronte dei 1067 GW già previsti nel pacchetto Fit for 55. Da notare che il piano REPowerEU mira a connettere alla rete oltre 320 GW di energia prodotta da impianti solari fotovoltaici di nuova installazione entro il 2025 e quasi 600 GW entro il 2030. Ciò consentirà di risparmiare, entro il 2027, 9 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno
  • Industria pulita: con la diffusione delle energie rinnovabili, l’elettrificazione e l’efficienza energetica si arriverebbe ad un risparmio pari a 35 miliardi di metri cubi di gas naturale entro il 2030, risultato che val ben oltre agli obiettivi previsti dal pacchetto Fit for 55. Inoltre, le riduzioni maggiori di gas, che ammonterebbero a circa 22 miliardi di metri cubi, potrebbero essere conseguite nella produzione dei minerali non metallici, del cemento, del vetro e della ceramica, dei prodotti chimici e nelle raffinerie. Viene anche previsto che – entro il 2030 – circa il 30% della produzione di acciaio primario dell’UE sarà decarbonizzato mediante l’utilizzo di idrogeno rinnovabile e che il settore industriale avrà un ruolo importante riguardo la produzione degli apparati e dei componenti volti a contribuire a questa transizione.
  • Risparmiare energia: la Commissione Europea ricorda che il risparmio energetico rappresenta “il modo più economico, sicuro e pulito per ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia” e che “tutti possiamo contribuire facilmente a ridurre il nostro consumo di energia, dai consumatori e dalle imprese fino a tutti i settori industriali”. Viene ricordato che tutti i giorni si può ridurre il consumo energetico abbassando la temperatura del riscaldamento o diminuendo l’utilizzo del condizionatore d’aria, utilizzando con efficienza gli elettrodomestici, guidando adottando particolari accorgimenti, utilizzando più spesso i trasporti pubblici e la mobilità attiva e spegnendo le luci quando non si utilizzano.

Il finanziamento del REPowerEU

Al fine di eliminare gradualmente le importazioni di combustibili fossili dalla Russia sono necessari, entro il 2027, investimenti pari a 210 miliardi di euro. Bisogna anche considerare che il costo di questi combustibili importati per i contribuenti europei, oggi, ammonta a quasi 100 miliardi di euro all’anno.

Viene inoltre previsto che gli Stato membri dovranno aggiungere un capitolo dedicato al REPowerEU ai loro piani di ripresa e resilienza al fine di orientare gli investimenti verso le priorità sancite da questo piano analizzato e attuare le riforme necessarie. Per conseguire questi obiettivi, possono essere utilizzati i prestiti rimanenti del dispositivo per la ripresa e la resilienza (attualmente 225 miliardi di euro) ed i nuovi fondi di questo ultimo derivanti dalla messa all’asta di quote del sistema di scambio delle emissioni, detenute ad oggi nella riserva stabilizzatrice del mercato ed ammontanti a 20 miliardi di euro.

Ma vi sono altre fonti di finanziamento del REPowerEU: tra questi si citano i finanziamenti della politica di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, il Fondo per l’innovazione ed i finanziamenti nazionali e dell’UE a sostegno degli obiettivi REPowerEU.

La collaborazione con partner internazionali

Al fine di accentuare lo sviluppo delle rinnovabili, aumentare l’efficienza energetica in tutto ilo mondo e cooperare sulle tecnologie verdi e sull’innovazione, la Commissione Europea punta a costruire partenariati a lungo termine che siano reciprocamente vantaggiosi. Viene anche evidenziato il ruolo della nuova piattaforma energetica dell’UE, cioè quello di aggregare la domanda, coordinare l’uso delle infrastrutture, negoziare con i partner internazionali e predisporre acquisti comuni di gas e idrogeno. Tra le azioni volte a soddisfare questo obiettivo si individuano l’aumento delle forniture di gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti, dal Canada e dalla Norvegia, l’intensificazione della cooperazione con l’Azerbaigian (in particolare sul Corridoio meridionale di trasporto del gas), il concludere accordi politici con fornitori di gas come l’Egitto e l’Israele, al fine di aumentare le forniture di GNL, il riprendere il dialogo energetico con l’Algeria. Inoltre, sempre tra le azioni con i partner internazionali, vanno citati il proseguire della cooperazione con i principali produttori del Golfo, compreso il Qatar e l’Australia, il coordinarsi con acquirenti di gas come il Giappone, la Cina e la Corea ed approfondire il potenziale di esportazione di paesi dell’Africa subsahariana come la Nigeria, il Senegal e l’Angola.

Infine, viene ribadito che l’UE continuerà a collaborare con il G7, il G20 ed altri organi internazionali, come l’OPEC e l’AIE al fine di garantire il corretto funzionamento dei mercati del petrolio.

Fonti

Consigliati

Chatting on EU

Proseguono gli eventi aperti al pubblico organizzati dal centro Europe...

Leggi